Rai Italia

November 18, 2014

I luoghi dell’emigrazione | Le isole Eolie

Community è andata in trasferta a Salina per raccontare l’avventura migratoria degli abitanti delle Isole Eolie. La storia dell’emigrazione che ha interessato gli eoliani, a partire da fine Ottocento, è oggi raccolta nel Museo dell’Emigrazione di Salina. Come guida speciale del Museo abbiamo trovato Mya Royal, stilista originaria di Boston, orgogliosa di avere un passaporto italiano e nuova residente dell’isola. Con lei abbiamo ripercorso le tappe migratorie di molti degli eoliani, dei nonni di suo padre e di come ha riscoperto le sue radici. Lo scorso settembre 2014, Royal ha ricevuto il Premio Eoliani nel Mondo per ”l’impegno profuso nella promozione del Museo Eoliano dell’Emigrazione.”

A quando risale il primo flusso migratorio dalle isole Eolie? Quali sono state le principali mete migratorie degli Eoliani?

”Gli eoliani erano per lo più marinai dal grande spirito d’avventura, i paesi sulle loro rotte sono stati America, Australia e Nuova Zelanda. I primi emigranti eoliani arrivarono in Nuova Zelanda a fine ‘800. Erano principalmente Strombolani. A quattro generazioni dal primo flusso migratorio, i segni della cultura eoliana sono ancora evidenti nei luoghi dove i nostri familiari sono approdati: dai nomi delle barche alla cucina. La seconda meta per molti di loro fu l’America, gli Stati Uniti. La maggior parte arrivò ad Ellis Island, New York City. La più antica società di immigrati eoliani a New York venne fondata nel 1887; è documentato che avesse a quell’epoca già mille soci. Dopo la seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti cambiarono le legge sull’immigrazione, iniziò una nuova fase migratoria per gli eoliani, che questa volta scelsero come mete l’Argentina e l’Australia.”

Quando ha iniziato ad interessarsi alle sue radici italiane? 

“Per me è sempre stato importante essere italiana. Negli Stati Uniti è molto forte il sentimento di appartenenza che si prova nelle comunità italo-americane. Sono cresciuta con la cultura del Sud Italia. Le abitudini alimentari della mia famiglia, la mentalità, tutto è sempre stato legato al modo di essere italiani. Io mi sono sempre sentita italiana. Intorno ai quindici anni circa, sono diventata socia della Società Eoliana, l’ultima rimasta negli Stati Uniti, la Società Santo Stefano di Filicudi.”

Qual è la storia della sua famiglia? 

“I nonni di mio padre erano originari di Filicudi ed Alicudi, le due piccole isolette eoliane, e di Palermo. Mia madre invece è Americana. La mia famiglia partì per l’America più di cent’anni fa. Arrivarono ad Ellis Island, e si stabilirono a Brooklyn, New York City. Da lì si trasferirono poi nel Massachusetts, in una cittadina nella zona di Boston, Waltham dove sono nati tanti eoliani-americani. I miei nonni gestivano lì la loro attività, riparavano scarpe e vestiti. Ed è lì che è nato mio padre.”

Perché lei ha deciso di tornare sulle isole Eolie?

“Le isole Eolie sono sempre state parte della mia vita. Sono innamorata di questi posti. Il mio primo soggiorno in Italia risale al 2003. E subito mi sono messa in contatto con le persone di qui. Quando ho finito gli studi a Firenze nel 2012, ho conseguito un diploma post-laurea in “arte della moda”, ho subito sentito che la cosa più giusta per me sarebbe stata tornare nelle isole Eolie per trovare i miei parenti, le mie origini. Da quel momento è iniziata una fase bellissima della mia vita: mi sento a casa qui.”

Com’è stato rientrare nel paese d’origine della sua famiglia?

”Sono rimasta sorpresa. Sapevo che, nel momento in cui fossi arrivata, avrei ricostruito una parte della storia della mia famiglia e della mia vita. Sapevo già che avrei voluto vivere in Italia e mi stavo preparando ad essere cittadina italiana. Così dopo quattro anni, sono tornata con il passaporto italiano in mano. Nell’arco di questi tre anni ho imparato la lingua italiana ad orecchio, ho conosciuto i miei parenti e mi sono appassionata alla moda italiana. Ad oggi posso dire che sia stata la scelta giusta per me. Mi dispiace solo di non aver potuto iniziare prima questa avventura!”